L’ex centrocampista della Lazio, oggi commentatore per Dazn, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla rivalità dei biancocelesti con la Roma. Di seguito le sue dichiarazioni.
Roma-Lazio, una rivalità senza eguali, un conflitto di passioni riversate sul rettangolo di gioco. Ma non solo, perché il derby è anche lotta tra coreografie, sfottò capaci di lasciare il segno per mesi interi. E poi ancora la sfida sugli spalti, le chiacchiere da bar tra paura e prese in giro verso la formazione rivale.

La stracittadina ti entra nel cuore anche se sei un calciatore, anche se sei appena approdato nella Capitale. Vivi l’importanza della disputa già da settimane prima che ci sia lo scontro sul prato. Tutto questo l’ha imparato sicuramente anche Marco Parolo, centrocampista in forza ai biancocelesti dal 2014 al 2021.
Il calciatore azzurro, oggi telecronista per Dazn – e che ha anche raccontato diverse gare dei giallorossi – ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di RSI, raccontando alcuni aneddoti sull’antagonismo con la Roma e sulla paura che i giallorossi potessero superare il Liverpool in semifinale.
Parolo: “Alla Lazio ascoltavamo radio romaniste”
Marco Parolo, ex centrocampista della Lazio, ha raccontato degli aneddoti particolari di quando militava in biancoceleste. Intervenuto ai microfoni di RSI, l’attuale telecronista di Dazn ha fornito un’idea di come venga vissuto il derby nella Capitale. Di seguito le parole del calciatore classe 1985, che non ha nascosto la paura di una Roma finalista di Champions League.

“I magazzinieri della Lazio, quando perdeva la Roma, mettevano nel loro spogliatoio le radio romaniste per godere delle critiche che subivano i romanisti e godevano di quello. Il laziale metteva le radio romanista in macchina per sentire tutto e godeva. Per capire la rivalità, semifinale di Champions della Roma contro il Liverpool: nella gara di ritorno, gli inglesi hanno svolto la rifinitura a Formello e tutti i magazzinieri sono andati a caricarli. Io mi sono fatto portare da Lucas Leiva la maglia di Gerrard, il mio idolo. E, per farvi capire quanto fossi immerso, ho visto la gara con la maglia di Gerrard, a casa mia, in cucina, sudando freddo sperando la Roma non andasse in finale perché sapevo cosa avrebbe comportato per tutto l’ambiente. La finale, tra l’altro, sarebbe stata il 26 maggio, il giorno in cui la Lazio aveva vinto la Coppa Italia contro la Roma e si sarebbe ribaltata la storia. L’ho vissuta malissimo“.