L’ex direttore sportivo della Roma ha rilasciato un’intervista a “Il Tempo”, soffermandosi sull’operato di Ghisolfi e sul ruolo che ricoprirà Claudio Ranieri.
Competenza e professionalità, unite ad un talento fuori dal normale nello scovare giovani dalle grandi doti: tutto questo è Walter Sabatini. L’ex direttore sportivo di Roma e Salernitana, rimasto senza squadra a causa dei problemi di salute, è tornato a parlare della “sua” Roma. Di seguito le dichiarazioni del classe 1955.
Domenica c’è Inter-Roma, che partita è per lei?
“L’Inter è un grande rimpianto ma la Roma è un qualcosa di diverso”.
Cioè?
“È stato un mio errore contrattuale, una scelta sbagliata della mia vita professionale per la quale c’è solo rammarico. Roma è un sentimento completamente diverso, di completezza, affetto, familiarità. Sono due club per i quali mi spendo e tifo”.
Un aggettivo per descrivere il lavoro di Ranieri?
“Prodigioso. I presupposti erano diversi: con De Rossi le cose stavano migliorando ma la Roma era reduce da una stagione altamente negativa aveva iniziato male questo campionato quindi far ripartire una squadra così in difficoltà era molto difficile. Ha fatto un lavoro maiuscolo, formidabile”.
Che idea si è fatto del ruolo di Ranieri da giugno? Anche ai suoi tempi si parlava di consiglieri…
“Quando io ero alla Roma non c’era nessun consulente. Claudio ha una sensibilità calcistica e un’esperienza enorme perciò saprà da solo quali decisione. Ed è auspicabile che questa decisione sia avallata. È inevitabile che se non sarà ascoltato prenderà altre strade, è giusto così”.
Le difficoltà di Dovbyk, con le dovute differenze tra i due attaccanti, le ricordano il primo anno a Roma di Dzeko?
“No. Dzeko ha fatto malino nella sua prima stagione perché non faceva gol, ma aveva i movimenti dell’attaccante tant’è che poi ha fatto più di 100 gol. Dovbyk deve ancora interiorizzare i giusti movimenti e anche il primo contatto col pallone che non è sempre perfetto. Però gli ho visto fare delle giocate promettenti, anche in appoggio ai compagni che arrivano in corsa”.
Cosa ne pensa di Ghisolfi?
“A me sembra che stia lavorando bene. All’inizio era troppo marginale, non appariva mai e parlava poco. Pian piano ha cominciato a metterci la faccia, segue giocatori a livello internazionale, sono segnali importanti, di operatività e di coraggio. Crescerà molto nell’ambiente ma dipenderà anche da quale allenatore arriverà”.
Cosa si augura per la Roma?
“Mi auguro fortemente che possa tornare in Champions. Un club come la Roma non può non fare la Champions. È un augurio feroce, non sopporto l’idea che non partecipi, soprattutto con questo formato ammaliante. La Roma deve fare la Champions League”.
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