Vincent Candela si è concesso ad un’intervista per un podcast ufficiale della Roma, condotto da Alessandro Spartà all’interno del centro sportivo di Trigoria.
Nella settimana che porta al delicato scontro Champions League dello stadio Olimpico, che vedrà in campo Roma e Juventus, il campione d’Italia del 2001 ha toccato vari temi sul mondo giallorosso tra passato, presente e futuro.
La Roma non è nuova nel portare contenuti del genere. Era già accaduto in passato con un altro idolo dei romanisti come Marco Delvecchio, ma anche con giocatori della rosa attuale, come il beniamino dei tifosi Mile Svilar o Tommaso Baldanzi.
Vincent Candela si è raccontato in un’intervista di circa venti minuti in compagnia di Alessandro Spartà, giornalista noto negli ambienti di Trigoria, nonché telecronista in occasione di alcune magiche serate romaniste, come Roma-Barcellona.
Candela esordisce evidenziando la sua fede per la squadra giallorossa:
“Con la gente romanista ho da sempre un bel rapporto, sono 30 anni che sono qui, tifare la Roma è naturale, mi viene dal cuore.”
Non può mancare un pensiero sul lavoro di Claudio Ranieri, che ha stravolto la stagione della Lupa:
“La Roma ha qualità, un mix di campioni del mondo esperti e ottimi calciatori, ma far uscire il 100% da ognuno non è facile. Ranieri ha tanta esperienza, è unico, la Roma sta tornando in alto. Finora il suo lavoro è perfetto”
Poi un pensiero su Angelino, che ricopre un ruolo tanto caro al francese:
“Mi è sempre piaciuto, rischia la giocata ed è tecnico, poi adesso segna anche. Fare quello che fa lui in un calcio così fisico non è facile. E’ uno dei migliori in serie A, quasi ai livello di Theo Hernandez e Dimarco”
Vincent Candela ricorda anche il passato e le sue amicizie più care:
“Totti è un amico da ormai 30 anni, giochiamo spesso a padel. Siamo stati compagni di squadra per 10 anni, c’è stima e fiducia. A Zeman devo molto, con lui ho capito l’importanza del lavoro senza pallone, che poi mi è tornato utile anche con Fabio Capello, che ha saputo tirare fuori il meglio da ogni giocatore. La squadra dello scudetto era un gruppo unico, elemento fondamentale per vincere”
Infine un augurio per il futuro:
“Spero che la Roma torni a vincere, anche lo scudetto perché no. Tra un po’ sono 100 anni: sarebbe meraviglioso vincere in questa occasione”.
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