Gasperini e il litigio in famiglia con la moglie può portare alla definizione della sua prossima panchina: la volontà è chiara e il nuovo club sembra già essere stato scelto
Il tecnico dell’Atalanta sembra essere sempre più convinto di lasciare Bergamo al termine di questa stagione, nonostante abbia un altro anno di contratto con i Percassi. Le motivazioni non mancano per tentare l’avventura in un grande club di Serie A.

Gian Piero Gasperini è diventato l’oggetto del desiderio di mezza Serie A. Dopo le sue dichiarazioni riguardo un possibile addio all’Atalanta al termine di questa stagione, si sono scatenati i rumors sulla possibile nuova panchina. C’è chi lo vorrebbe alla Juve al posto di Thiago Motta, chiudendo il cerchio iniziato con il lavoro nelle giovanili bianconere. Non è un mistero come a livello di tifo, il Gasp abbia una predilezione per La Vecchia Signora, pur non avendo mai avuto modo di allenare a Torino.
Questa volta la chance si è creata con l‘esonero di Thiago Motta, che secondo il giornalista di Telelombardia, Maurizio Dall’O, potrebbe essere in pole position proprio per la panchina dell’Atalanta. Raccogliere l’eredità di uno come Gasperini è cosa difficilissima ma il programma per rilanciarsi potrebbe essere corretto. Un semplice switch quindi sull’asse Bergamo-Torino, che vede però anche una terza incomoda, ovvero la Roma.
Gasperini sogna la Juventus, la moglie spinge per la Roma: che intreccio anche con Motta
Dall’O, intervenuto a ‘TopCalcio24’, ha anche sottolineato come: “Gasperini sogna di andare alla Juventus, ma la moglie spinge per la Roma”. Si perché i colloqui con Ranieri e Ghisolfi ci sono stati e non è più un mistero che i Friedkin gradirebbero affidargli la ricostruzione del progetto giallorosso. La piazza romanista piace a Gasperini, come dichiarato a margine del premio Bearzot, e non farebbe fatica ad accettarlo.

Certo se dipendesse da lui la Juve sarebbe la favorita, anche perché sono treni che passano una sola volta nella vita. Il problema è capire se Giuntoli stia pensando proprio a lui per il post Tudor. La Roma stessa rischia di rimanere appesa per capire se il “sì” potrà essere pronunciato al più presto. Una situazione del genere accadde anche nel 2019, quando il ds dell’epoca Petrachi, fu costretto a portare a Trigoria Paulo Fonseca dopo il no del Gasp.